I vigneti

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Con le uve provenienti da venti ettari di vigneti condotti in regime biologico, produciamo vini piemontesi che interpretano il territorio in tutte le sue varianti.

Con le uve provenienti da venti ettari di vigneti condotti in regime biologico, produciamo vini piemontesi che interpretano il territorio in tutte le sue varianti.

Il Roero è un territorio molto variegato, dove si incontrano la selvaggia bellezza delle Rocche, gli ordinati versanti collinari coltivati a vite, i secolari castagneti, i frutteti, i boschi, i campi. La viticultura si inserisce armonicamente nell’ecosistema senza alterare l’equilibrio naturale del paesaggio. La coesistenza tra questi elementi e le particolari caratteristiche del terreno permettono di creare ottimi vini piemontesi

Posizione e storia

La Val dei Preti

Comune di Canale

Il nome originario dato alla valletta era “Valle del prete” in riferimento al rettore della chiesa di San Michele di Anterisio e al periodo anteriore al 1257, quando l’area canalese viene conquistata dagli astigiani e gli abitanti si trasferiscono nella “villanova” di Canale. La chiesa di San Michele perde così le sue funzioni e i suoi terreni, che vengono divisi fra le parrocchie di Santo Stefano e Canale e in seguito alienate. Il catasto del 1760 registra nell’area in oggetto solo il toponimo, nel frattempo diventato “La Valle dei Preti”, ma nessun possesso da parte delle chiese sopra citate.

Baldassarre Molino, critico e storico di Canale d’Alba

La vigna è vecchia e quindi come da tradizione non è monovarietale, al suo interno abbiamo infatti anche un 15% di arneis e un 5% di brachetto e barbera; una caratteristica molto importante di questo vigneto è che sono presenti molte viti riprodotte per propagazione, dove si vede chiaramente il ramo interrato che dà vita alla seconda pianta.

Altitudine: da 260 a 290 mt

Esposizione: est/sud

Posizionamento: il vigneto si trova nella fascia collinare sottostante Marun

Età media: 50 anni, con picchi di 80 su alcune parcelle

Suolo: 65% sabbia fine, 4% sabbia grossa, 29% limo, 2% argilla

Ròche d’Ampsèj

Comune di Canale – località Pecetto

Il bricco su cui si estende il vigneto è incuneato per buona parte nella fascia delle Rocche, area la cui caratteristica botanica più significativa è la presenza del pino silvestre. In documenti del 1242 ritroviamo che una famiglia “de Peceto” oltre ai consueti canoni feudali deve fornire ogni anno ai signori di Loreto forza lavoro per i raccolti: una roida (giornata di lavoro) per la fienagione, una per la mietitura e BEN 12 NELLE VIGNE, a testimonianza della grande vocazione enoica della zona.

A conferma di ciò nel 1337 Franceschino Malabaila acquista, al prezzo di 3 Lire astesi per stero, una vigna di 11 steri e 10 tavole, ubicata “in Pecetto, deversus Valem Borghayronum” valle che, percorsa dal Rio delle Rocche, delimita a ponente il Bric: è questo l’inizio della zona nota come “Le Roche d’an Psei”, letteralmente “Le Rocche di in Pecetto”.

Altitudine: da 280 a 315 mt

Esposizione: da est a sud ovest

Posizionamento: a metà collina, in una zona particolarmente calda

Età media: 50 anni circa, con una parte più giovane, di 20 anni.

Particolarità: il vigneto è diviso in 4 appezzamenti, che vengono vinificati separatamente – Scaglia, Centrale, Cisterna, Sottostrada.

Suolo: 25% sabbia fine, 42% sabbia grossa, 29% limo, 5% argilla

Marun

Comune di Canale

Si ipotizza che il nome (in italiano “marrone”) abbia origine dal termine piemontese che indicava il colore della pelle o il carattere burbero dell’antico proprietario.

La parte più vecchia ha un sesto d’impianto tradizionalmente più largo (80cm). Vista la forza dei nostri suoli, dal 2011 abbiamo sperimentato sesti d’impianto più stretti per avere più viti per ettaro. La densità è dunque passata da 5000 a 8000 viti per ettaro, per aumentarne la competizione e contenere il vigore tipico della Barbera. In questo modo le singole piante producono meno grappoli, ma di qualità superiore.

Altitudine: da 290 a 310 mt

Esposizione: est/sud

Posizionamento: il vigneto si trova in cima alla collina, forse una delle più alte del Roero, ed è molto ventilata, condizione che assicura un microclima ideale per i grappoli.

Età media: 40 anni

Suolo: 64% sabbia fine, 4% sabbia grossa, 30% limo, 2% argilla

Sauvignon

Comune di Canale

Queste viti rappresentano l’ennesima scommessa di una terra in cui è l’Arneis l’uva bianca per antonomasia. Matteo si è messo in gioco accettando il confronto non con i vicini di casa, ma con i Sauvignon di tutto il mondo; da queste viti nasce un vino che parla di viaggi all’estero, di grandi confronti, di passione enoica, curiosità e tenacia. Un vino che dedichiamo a Matteo. Le vigne più vecchie risalgono al 1993, la prima annata ufficiale è datata 1999.

Altitudine: da 235 a 270 mt

Esposizione: est

Posizionamento: l’altitudine bassa, l’esposizione ad est e la presenza della collina delle Anime garantiscono protezione dal sole estivo nelle ore più calde, evitando lo stress termico ai grappoli, particolarmente delicati.

Età media: 20 anni

Suolo: 70% sabbia fine, 25% limo, 5% argilla

Le Marne Grigie

Comune di S. Stefano Roero

Questo vino rosso è stato, come per il fratello bianco Sauvignon, una scommessa vinta da Matteo.
Le Marne Grigie è il nome del vino e deriva dallo strato più profondo del sottosuolo, come ponte tra l’internazionalità dei vitigni e le caratteristiche del territorio.

“Dal genio e dal talento di Matteo un vino che esprime ed interpreta le grigie Marne del Roero”

Altitudine: da 305 a 316 mt.

Esposizione: ovest

Posizionamento: i filari giacciono in punta alla collina

Particolarità: è l’unica vigna condotta con forma d’allevamento cordone speronato.

Suolo: 69% sabbia fine

Filosofia nel vigneto

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Storicamente il Roero è sempre stato una zona dedicata alla produzione di vini sfusi. Per garantire una qualità accettabile, anche in annate climaticamente difficili, i produttori piantavano più vitigni sullo stesso vigneto, creando una situazione un po’ caotica. Erano anni qualitativamente poco significativi.

Di conseguenza, con l’acquisizione dei vigneti, spesso la nostra azienda ha dovuto espiantare e ripiantare, a seconda dell’esposizione e dei vitigni.

Forme di allevamento:
a spalliera, metodo Guyot e per le Marne Grigie metodo a cordone speronato.

Lavoro del terreno
Inerbimento: viste le pendenze e i terreni sabbiosi, per evitare l’erosione, tutti i nostri vigneti sono completamente inerbiti con graminacee e rippati a filari alterni durante l’autunno.
Sia i residui di potatura sia l’erba vengono lasciati sul terreno dopo la trinciatura, affinchè lo proteggano e lo alimentino.

Il lavoro del sottofila viene eseguito meccanicamente.
La potatura viene effettuata esclusivamente a mano, con modello a testa di salice, tradizionale per questa zona: permette di mantenere attivo tutto il ceppo evitando necrotizzazioni che bloccano il passaggio di linfa vitale.
Tra febbraio e marzo il capo a frutto viene piegato e corre lungo il filo. Da ogni gemma nascerà il germoglio che, salendo in verticale diventerà tralcio e porterà frutto.

La potatura invernale si effettua solitamente entro febbraio, in ogni caso entro il periodo di letargo della vite; quando si risveglia inizia il cosiddetto “periodo del pianto” che segna la partenza del ciclo vitale della pianta. L’acqua fluisce dalle radici ai tralci, generando la lacrimazione attraverso le parti potate.
Nei mesi primaverili ed estivi occorre eseguire un’attenta gestione della vegetazione per evitare affastellamenti o ustioni ai giovani grappoli.

Le operazioni di diradamento, che consistono nell’eliminazione di una parte dei grappoli, sono necessarie per selezionare, già in fase di invaiatura, i frutti migliori e far sì che la pianta si concentri solo su di loro, portandoli ad una perfetta maturazione.
La vendemmia viene effettuata esclusivamente a mano, da personale specializzato, che con cura seleziona i grappoli e li ripone in piccole cassette. Nonostante questo richieda tempi e sforzi maggiori, riteniamo indispensabile una raccolta così eseguita, in modo tale da assicurare l’arrivo in cantina di uve sane ed integre.

Perché biologico

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Il rispetto della natura è una condizione indispensabile per chi ha il privilegio di lavorare la terra;

È nostro dovere offrire ai clienti vini prodotti seguendo una sostenibilità ambientale che protegga la loro salute, la nostra terra ed anche i nostri lavoratori;

La sostenibilità non deve essere solo ambientale, ma umana nel rispetto degli animali e degli ecosistemi da sempre presenti sulle nostre colline;

È nostro dovere trattare le terre come un dono, con il rispetto e la cura necessarie affinchè chi verrà in seguito possa goderne, come abbiamo fatto noi ricevendole dai nostri predecessori;

La concimazione con prodotti organici, la lotta alle malattie con sistemi naturali e la continua ricerca per implementare la salute delle nostre vigne, non sono uno sforzo o un obbligo ma una conditio sine qua non;

perché il paesaggio che si può ammirare da queste vigne è troppo suggestivo, per farne a meno!

La vinificazione parte in vigna. Durante le ultime settimane prima della vendemmia, passiamo molto tempo nei vigneti ad assaggiare le uve, a guardare le foglie, l’erba intorno alle viti, perché la natura parla, e l’analisi di tutte queste informazioni ci fa capire se la vigna può ancora dare qualcosa o è arrivato il tempo di vendemmiare.
Instaurare un rapporto diretto con la vigna vuol dire studiare il clima a cui si sta andando incontro, oltre che lo storico del suo comportamento nelle annate precedenti; in questo modo la si può assecondare il più possibile, avendo già la percezione di ciò che arriverà in cantina, ed anticipando gli eventuali rischi.