Territorio: il Roero
“Un tempo queste colline furono verdi d’alghe, oggi sono lo scrigno di fossili e conchiglie che raccontano la magia del Roero.”
Un tempo queste colline furono verdi d’alghe, oggi sono lo scrigno di fossili e conchiglie che raccontano la magia del Roero
Il Roero
Il nome Roero deriva dalla nobile famiglia dei Conti Roero, protagonisti della storia locale dal tardo Medioevo fino al 1700. Un territorio aristocratico anche nel paesaggio ricco di torri e castelli.
Può sembrare curioso, ma il Roero, nel sud del Piemonte, deve la propria vocazione al mare e al fiume Tanaro. Milioni di anni fa, l’acqua salata arrivava a lambire le Alpi, prima di ritirarsi progressivamente lasciando enormi depositi di sabbie. Da questi, ancora oggi, affiorano conchiglie e altri sedimenti marini, inframmezzati da marne compatte e impermeabili con tutto il loro carico di fossili. Quelli che erano stati fondali marini ora sono le nostre colline.
Nonostante la vicinanza, il Roero è geologicamente più giovane delle Langhe. Certamente non sarebbe lo stesso senza il fiume Tanaro, che duecentocinquantamila anni fa deviò dal suo corso originario e irruppe nelle terre basse a sud.
Quella gigantesca alluvione scavò le Rocche, uno straordinario spaccato di storie geologiche e di habitat naturali unici, che mettono a nudo la composizione di queste terre. Il fato, il mare e il Tanaro, ma anche milioni di anni di erosione da parte degli agenti atmosferici, hanno dato al Roero una varietà straordinaria di microclimi e suoli. Questi hanno la costante della prevalenza di sabbie, sulle quali la vite ha trovato condizioni ideali per donare vini eleganti, profumati ed intensi.
La geologia spiega le sfumature che si incontrano in questa zona, anche quando si comparano vini prodotti a partire dai medesimi vitigni. Perché l’unica cosa che il Roero non può dare è una rassicurante omogeneità ai vini che se ne traggono: ognuno è unico e può diventare straordinario.
Le Rocche
Sono un fenomeno geologico di erosione che ebbe origine circa 250.000 anni fa, quando il Tanaro deviò improvvisamente il suo corso ed il suo letto si abbassò di 80 metri.
Questo evento (chiamato dai geologi “La cattura del Tanaro”) causò una serie di sconvolgimenti molto forti nelle vallate della zona. I corsi d’acqua del Roero cominciarono ad arretrare verso la nuova valle del Tanaro. Ci furono massicci movimenti franosi che incisero con valloni aridi e pittoreschi i terreni sabbiosi.
Il risultato di questo fenomeno millenario è unico: le Rocche appaiono come un altopiano che si frantuma in innumerevoli burroni e precipizi e sprofonda in giganteschi baratri. Le pareti sabbiose della collina formano guglie dalle forme affascinanti e bellissime. Anfiteatri naturali maestosi ed imponenti, in cui ci si può avventurare seguendo i sentieri dei contadini.
Le Rocche sono ancora oggi in continua trasformazione, per via del terreno sabbioso che l’acqua trasporta facilmente.
Nel 2014 il territorio di Langhe-Roero e Monferrato è stato dichiarato parte della World Heritage List dell’Unesco, il patrimonio artistico e ambientale dell’umanità.
Il sito è costituito da sei aree articolate nelle province di Alessandria, Asti e Cuneo e di 29 Comuni per un’estensione complessiva di 10.789 ettari.
«I paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato sono un esempio eccezionale di un paesaggio culturale inteso come prodotto della secolare interazione tra uomo e natura, plasmato dalla continuità di una tradizione antica di produzione vinicola di eccellenza mondiale».
Dario Franceschini
Ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo